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Visualizzazione dei post da marzo, 2010

Dedicated to Mr. Big

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Mr. Big può essere: a. Un personaggio di S&tC ; ho peraltro scoperto oggi che l'attore che lo interpreta, Chris Noth, ha la veneranda età di 56 anni. La sua fidanzata, con cui ha appena sfornato un pupo, è del 1982. Esattamente la metà dei suoi anni, non si fa per dire. Se fosse pure bellissima sarebbe troppo un cliché, per fortuna mi pare che sia abbastanza brutta. Ovvio, sempre per quanto possa esserlo un'attrice di Hollywood, anche se di seconda categoria. b. L'uomo perfetto per antonomasia (sempre per via di S&tC); l'uomo perfetto perché alto, fascinoso, dal viso volitivo, di successo, ricco, intelligente, ironico; l'uomo che non è facile da accalappiare, il genere che ti fa sudare sette camicie, con cui non puoi mai sederti sugli allori. c. Un gruppo pop/hair metal degli anni '90 che non era affatto male; il cantante aveva una gran bella voce, un po' femminile. E in effetti tra i capelli lunghi, il trucco e il viso efebico era un filo amb

Amor Mio

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Quando siamo state a Venezia c'era un piccolo mercato delle pulci ai Giardini. Abitanti del luogo che si liberavano di un po' di vecchiume. Giusto due-tre banchetti, uno dei quali vendeva libri, riviste e dischi. Il mio intellettualissimo ex  ovviamente ha disdegnato chicchere e caffettiere vintage, dedicandosi a spulciare i libri. Sua sorella ha iniziato a spulciare i dischi e io con lei. Spulciare... In realtà ho visto Mina e non ho notato nient'altro. Tra l'altro una delle canzoni sue che preferisco. Mi sono aggiudicata questo 45 giri per la folle cifra di 1 euro. Ora devo solo procurarmi un giradischi, che di certo costerà molto di più. Adoro Mina. Adoro la sua voce spettacolare, il suo stile, adoro il fatto che in questa foto abbia la stessa pettinatura che ha avuto anche mia madre per un periodo. Adoro il suo modo di truccarsi gli occhi. Mi piace anche come scrive, perché non tutti lo sanno, ma scrive dei bellissimi editoriali su La Stampa. E' intelligent

Marzo pazzerello

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Non c'è niente come i temporali. E' bellissimo quando piove, poi smette, poi diluvia, poi smette, poi piove di nuovo, e le nuvole si fanno sempre più alte e il grigiore si attenua fino a diventare quasi azzurro. E poi da un punto imprecisato del cielo si fa largo un raggio di sole, la luce diventa intensa e tutti iniziano a esclamare "L'arcobaleno!". Allora il verde si fa più verde, le macchine in coda sull'autostrada diventano meno fastidiose, la ridente località a 25 km da Milano sembra quasi essere meno deprimente. Dura poco, purtroppo, l'arcobaleno, ma l'effetto corroborante che mi fa continua ancora parecchio tempo dopo che è svanito. Per chi se lo domandasse: sì, questo è ciò che vedo dalla finestra dell'ufficio. Anzi, è la parte migliore  del panorama.

Elettra

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Di tutto il greco che ho studiato al liceo mi sono piaciute praticamente solo le tragedie. Certo, la concorrenza erano i paradigmi dei verbi, che ho prontamente rimosso, o, al limite, i filosofi. Che non ho mai capito fino in fondo. In particolare amo le tragedie di Euripide:  "Ahimè, ahime!    Io son d'Agamènnone figlia,    a luce mi die' Clitemnèstra,    l'odïosa figliuola di Tíndaro.    Me chiamano i miei cittadini    Elèttra la misera.    Ahimè, ahi, che gravi travagli,    che vita odïosa e la mia!    O padre, tu giaci nell'Ade:    dalla sposa e da Egisto sgozzato,    tu giaci, Agamènnone". ( Elettra , Euripide, trad. di Ettore Romagnoli) Tutti conoscono il complesso di Edìpo, in cui il figlio maschio sviluppa il desiderio di essere oggetto esclusivo di amore da parte della madre e, conseguentemente, un sentimento di rivalità nei confronti del padre. Freud in verità l'aveva buttata sul desiderio sessuale, ma secondo me (che, sia chiar

Nothin' lasts forever

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So never mind the darkness We still can find a way 'Cause nothin' lasts forever Even cold  November rain Allora, è marzo, è ufficialmente primavera da 3 giorni (l'equinozio, con annesso passaggio del sole nel segno dell'ariete, è stato il 20 e non il 21). Però, maledizione, guardo fuori dalla finestra e mi sento in vena di andare a portare qualche crisantemo al cimitero. Per fortuna il mio sfrenato ottimismo per prima cosa mi fa venire in mente "Nothin' lasts forever, even cold November rain"; per seconda cosa "Can't rain all the time..." da Il Corvo . Situazione meteorologica a parte, ieri sera abbiamo fatto un aperitivo molto carino. Gruppo ristretto che contava la Northern Baby e me, raggiunte poi dalla Sfinge. Abbiamo rischiato la ciucca triste, perché la bambina è in partenza e ha iniziato la serata considerando il fatto che serate come questa non torneranno mai più. Mi si spezza il cuore solo al pensiero, sentirò molto la sua man

Don't Bet on It

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"All right, you win. You win. I give. I'll say it. I'll say it. I'll say it. DESTINY! DESTINY! NO ESCAPING THAT FOR ME! DESTINY! DESTINY! NO ESCAPING THAT FOR ME!" Gene Wilder, Young Frankenstein Sul desktop del mio pc ho questa geniale applicazione chiamata Answer Ball. Praticamente è un oggetto che se scosso, nella sua versione fisica, o cliccato in quella elettronica, mentre si pensa a un quesito, sputa un parere totalmente casuale.  Lo ammetto, per quanto sia un'applicazione alquanto stupida, per quanto io sia un essere piuttosto razionale... ebbene sì, ogni tanto la uso. Ho già confessato di avere dei seri problemi a scegliere, di essere una di quelle persone che vorrebbero poter fare tutto allo stesso tempo. Ma visto che non è possibile, la vita stessa mi impone di prendere decisioni.  A volte ci sono situazioni in cui i ragionamenti non servono a nulla, né servono i pareri di amici o familiari, che sicuramente li espongono con cognizione di causa.  A

Ageing

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Too young to hold on And too old to just break free and run Lover, you should've come over , Jeff Buckley Ieri era la festa di San Patrizio. Dopo una pizza, Northern Baby, Sfinge, il Sarto ed io, con lo scopo di festeggiare la ricorrenza degnamente con una bella pinta di birra, ci siamo stipati dentro un pub irlandese che traboccava letteralmente di gente ; per ottenere l'ambrata bevanda abbiamo trascorso venti minuti in coda in mezzo alla calca, alla musica a un volume folle (per fortuna erano gli U2, almeno), all'odore di stalla misto a quello di dopobarba fortissimi. Di nuovo un tuffo nel passato. Era molto tempo che non mi trovavo in una situazione simile, e per quanto non mi sia mai piaciuta particolarmente la contiguità con sconosciuti sudati e puzzolenti che ti piantano i gomiti tra le scapole, pestano le tue inestimabili scarpe di nabuk grigio perla dei Fratelli Rossetti, rischiano di farti la doccia con le loro pinte, eccetera eccetera, devo ammetterlo: ann

Impossibilità di scelta

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Ogni tanto mi piace lasciare briglia sciolta all'immaginazione e fantasticare su come sarebbe stata la mia vita nel passato. Diciamo un paio di secoli fa. Mi vedo nell'Ottocento, con corsetti, vari strati di gonne, crinoline, pizzi e merletti. Di solito mi stufo subito, le donne all'epoca, anche quelle di buona famiglia, non è che facessero una vita molto eccitante. Anzi, per dirla tutta doveva essere una barba. Ricamo al piccolo punto, lezioni di musica e di canto, e la ricerca spasmodica di un marito prima di toccare i 20, se no eri già fuori mercato. Forse se avevi la fortuna di non morire di parto (o di appendicite, o di una qualunque altra banale infezione o malattia) e tuo marito schiattava di infarto potevi goderti qualche anno di libertà, ma altrimenti eri condannata agli arresti. Quindi diciamo che le mie fantasie, di fronte a questo muro di realismo, si frantumano piuttosto rapidamente.  Però oggi mi è balenato il pensiero che forse, tranne in qualche raro caso, m

Oltre il ponte

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Sfidando coraggiosamente virus gastroenterici ed eventuali ricadute, sfidando il traffico e gli incidenti, sfidando il rischio di climi siberiani, ma, soprattutto, sfidando la maledizione che grava su tutti i viaggi che abbiamo organizzato e mai potuto fare in questo anno 2010, le nostre tre eroine hanno passato un bellissimo week-end nella Serenissima. Le tre eroine in questione sono la sottoscritta, la Bambina del Nord e la Ballerina. La buona notizia è che l'incantesimo è rotto. Siamo riuscite a fare il viaggio. Niente è andato storto. Ora posso dirlo. Ho viaggiato con la borsa piena dei medicinali che avrebbero potuto servirmi. Plasil, Imodium, Tachipirina. Niente doveva fermarci, stavolta.   Perchè Venezia. Ho fatto l'università lì, ci ho vissuto per 6 anni. Era tanto che volevo tornarci. Lì abita ancora la mia famigliola veneziana. La mia amica Cicci, la mia sorella putativa, la ragazza che se fossi nata uomo avrei sicuramente sposato. Ormai siamo a un livello tale che

Funamboli

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Guardavo le foto di una mia amica che si è sposata da poco. Abitiamo lontane, quindi in verità non so molto di lei e di come in effetti si svolga la sua vita quotidiana. So che ha una casa sua e ora un marito. Non so spiegare bene a parole la sensazione che mi dà guardare le sue foto; è come se mi sembrasse più grande, come se già dalle foto traspirassero le sue sicurezze e i suoi punti fermi. Una casa, un lavoro, un marito. Gli amici. Il ballo.  Bello.  Un po' mi chiedo come sia questa sensazione di completezza e sicurezza. La sensazione di stabilità.  La certezza che domani ti sveglierai nella tua casa, a fianco troverai tuo marito, che ti sosterrà e vorrà bene per tutta la vita. Che ti alzerai a preparare il caffé, o forse lo farà lui, poi andrai a lavorare e farai il tuo lavoro, poi tornerai a casa e magari starai sul divano con lui a guardare un film, o forse uscirete, o magari andrete a ballare.  (OK, è decisamente una situazione edulcorata e totalmente priva di asperità). Un

8 Marzo

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L’8 Marzo è una ricorrenza importante. Non perchè una volta all'anno alcuni si ricordano di regalarci le mimose. Non perchè per una volta all'anno baldi giovanotti pagati si spogliano per un pubblico di erinni scatenate. Come se l'uomo oggetto di una sera potesse bilanciare lo sfoggio di donne oggetto di tutto il resto dell'anno. L'8 marzo. E' importante perchè mi ricorda che quello che io ho oggi non è scontato; mi ricorda che è precario; mi ricorda che milioni di donne in altre parti del mondo non ce l'hanno; che un qualsiasi rigurgito maschilista può togliermelo.  Mi ricorda le operaie del Triangle Shirtwaist Factory che nel 1911 sono morte arse vive perchè il proprietario aveva sbarrato le porte per impedir loro di rubare o di prendersi pause non autorizzate.  Mi ricorda che fino agli anni '60 in Italia (e dico Italia, mica Afghanistan o Iran) per il diritto di famiglia una madre single non poteva essere tutrice del proprio figlio, ma doveva esserlo

Ch-ch-ch-ch-Changes

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Non so se si nota, ma ho fatto l'ennesimo restyling del blog. Nuovo colore primaverile e ipervitaminico. Lo so, l'avevo cambiato da non molto tempo, ma devo ammettere di avere un problema. Sono una patita dei cambiamenti. E per "patita" non intendo che sono solo facilmente adattabile quando sopraggiungono, non solo che li affronto con ottimismo, ma intendo proprio che mi piacciono: mi stimolano, mi pongono davanti a situazioni nuove, prospettandomi nuovi inizi che nella mia mente preludono a un futuro radioso; oppure, semplicemente, rinverdiscono la mia passione per le cose che mi piacciono ma che, dopo un po' che sono uguali a se stesse, mi sono venute a noia. Quindi, periodicamente, sento l'urgenza di operare qualche cambiamento. Quando abbiamo cambiato casa con la mia famiglia, cercavo di convincere una sorella disperata che il cambiamento è sempre positivo, mentre lei si sentiva come se stessero per amputarle un braccio. Il povero blog è la mia vittima p

La sindrome del Filippino

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Tutti hanno dei difetti. Chi più chi meno. La sottoscritta ovviamente non fa eccezione, come tutti ne ho un bel campionario. Per esempio, sono disordinata. In secondo luogo, non butto via mai niente. Un po' perchè sono sentimentale, un po' perchè "non si sa mai che posa tornare utile, un giorno o l'altro". Il mix di questi due aspetti, com'è facilmente intuibile, è a dir poco letale, e i risultati si applicano sia alla vita reale, sia alla mia vita telematica. A parziale compensazione, periodicamente vengo colta da attacchi di filippinite, cioè vengo colpita dalla "Sindrome del Filippino", e allora mi metto a pulire a fondo, buttare e riordinare qualunque cosa in modo maniacale e quasi morboso. La sindrome del Filippino è quella malattia che trasforma soggetti tendenzialmente sani in soggetti ossessivo-compulsivi per qualche ora. Nei casi più gravi qualche giorno. Di solito gli attacchi si fanno più frequenti e più aggressivi con l'aumentare dell