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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

Johnny in the Sky with Diamonds

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Amici, un pensiero reverente alla buon'anima di Johnny il motorino. Nella sua decennale vita è stato amico fidato della Ballerina, portandola di qua e di là, con il sole e con la pioggia, consentendole di minimizzare i cronici ritardi grazie alla facilità di parcheggio e alla maneggevolezza nel traffico cittadino. Ebbene, sabato la storia di questo fidato amico grigio metallizzato è giunta al capolinea. Il pavè bagnato è infido e insidioso. La Ballerina ha preso una buca ed è volata a terra siccome un angelo. Per fortuna l'auto che la seguiva ha avuto la prontezza di inchiodare, e alcune anime pie si sono subito fermate a prestarle soccorso. Ma Johnny non se n'è andato senza un'ultima buona azione. Non penserete mica che la macchina che seguiva la Nostra fosse guidata da un qualunque cittadino milanese? No! Dall'abitacolo si è materializzato niente popò di meno che Wesley Sneijder, e credo che per una tifosa interista venire soccorsa da un giocatore dell'Inter

Venerdì 17

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Va bene, è venerdì 17, e allora? Sono vagamente superstiziosa, ma non credo alla maledizione del venerdì 17. Soprattutto perché io, di 17, ci sono nata, e mi rifiuto di pensare di essere nata con la sfiga addosso. Cioè, mi rifiuto di pensarlo costantemente . Non ci credo, non voglio crederci, anche se oggi ero in ritardo prima ancora che la giornata iniziasse, anche se tutti gli incapaci alla guida erano sulla mia strada, anche se mentre passavo il badge nel lettore è scattato il minuto che mi farà apparire in ritardo nei tabulati delle presenze, anche se ho due occhiaie nere che sembro il Conte Dracula a digiuno da qualche mese, anche se piove e il cielo è grigio, e anche se ci sono le solite due cornacchie appollaiate sul palazzo di fronte che mi guardano con aria poco amichevole. Giuro che non è un'impressione. In fondo, a parte le piccole cose di cui sopra, mi è andata bene su altre cose: si è messo a diluviare quando ero già in macchina - attenzione: non prima che ci saliss

Signs

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Quando ho un'idea in testa mi piace convincermi che il mondo mi asseconda o per lo meno mi guida, e osservare i segni che mi invia. Non è che ci creda del tutto, però è divertente sguazzare nel mondo dell'irrazionale e del fatalista, di tanto in tanto. È come leggere l'oroscopo o l'i ching. Per esempio: quando c'è uno che mi piace, almeno un radioascoltatore che telefona al mio programma preferito si chiama come lui; un paio di volte mi è capitato di incrociare un TIR con il nome del malcapitato che lampeggiava enorme e luminoso dietro al parabrezza (non si trattava sempre dello stesso oggetto dei miei desideri, ovviamente); oppure continuo a beccare il suo gruppo preferito alla radio, o trasmettono in tv il film di cui abbiamo tanto parlato. Prima che ve lo domandiate, no, nessun segno tangibile che mi corrisponda, come un sms o una telefonata inattesa. Troppo facile così. Caratteristica dei segni è che non devono minimamente dipendere dall' oggetto, nè dal so

Equilibrio

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Di recente ho perso il mio equilibrio. Credo sia successo perché ho lasciato che eventi esterni, indipendenti dalla mia volontà, e quindi fuori dalla mia capacità di modificarli, mi condizionassero, mi sballottassero, mi trasformassero in un bozzolo di insicurezze. Ho abbassato le difese, ho lasciato uno spiraglio, e come sempre succede non ero preparata al colpo. Ora sto cercando di recuperarlo, l'equilibrio. Per prima cosa ne ho parlato con qualcuno. Parlare con una persona molto fidata e molto vicina in realtà non aiuta a capire meglio le cose, e non è solo uno sfogo, ma aiuta a rendere la situazione reale e a focalizzarla. Spiegandola a un'altra persona, la spiego anche a me stessa, e in un certo senso butto le cose spiacevoli fuori, lontano da me. In secondo luogo ho cercato di ricordare cosa mi ha fatto stare bene e in pace con me stessa in altri momenti della mia vita, e ho ricominciato a fare yoga. Alla terza volta che rischiavo di finire in terra facendo la posizione d

Le Cervellone

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C'era una puntata dei Simpsons in cui Marge diceva a Lisa una frase tipo "Figlia mia, tu sei troppo intelligente per poter vivere felice". Poteva anche essere "Tu pensi troppo per poter vivere felice"; comunque, il senso era quello. Ed è la tragica realtà. Qualche tempo fa ero a casa del mio amico Sfinge con la N. Baby. In tale occasione ci ha esposto la sua nuovissima (o forse non nuovissima; lo era per me, quantomeno) teoria sulle donne. Secondo tale teoria, ogni uomo, mediamente, ha due donne: quella ufficiale, la moglie e madre di famiglia, che deve essere una brava ragazza non troppo sveglia. "Non deve essere troppo sveglia in modo da non capire le situazioni che ci sono dietro " (cito a memoria). E poi c'è l'altra, l'amica, l'amante, chiamatela come volete. Che, al contrario, deve essere preferibilmente intelligente, proprio perché deve poter capire il quadro generale della situazione, capirlo e comportarsi razionalmente di conse

Anticipo d'autunno

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Il lunedì è un giorno pessimo. Quando poi il lunedì è un giorno di settembre che sembra novembre, con delle nuvole grigie così basse che sembra di poterle toccare, e persino i rari raggi di sole virano su una tonalità grigiastra, ecco, io vorrei arrampicarmi su una certa collina, su una certa roccia nascosta dalle querce (solo mia sorella sa di che parlo), urlare con quanto fiato ho in corpo, spaventando tutta la vallata sotto di me, per cercare cacciare fuori questo peso che ho sul petto e che mi opprime. Ho il vago sospetto di essere poco poco metereopatica. Comunque, esternato tutto il mio sdegno per questa latitudine dal clima temperato, vorrei infilarmi nella mia tana e dormire finchè non torna la primavera. Dormire e sognare. Ogni anno in questo periodo invidio gli orsi. Invece, non potendo fare quanto sopra, mi limito ad ammorbare voi, miei cari amici e fedeli lettori, che   magari siete arrivati in ufficio pieni di entusiasmo e di voglia di fare e di gioia di vivere. Nel qual

I have always depended on the kindness of strangers

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Spesso mi capita di pensare di non essere adatta a questo mondo. Non sono abbastanza corazzata, mi sa, e certamente sono troppo educata (tranne quando sono alla guida). Colpa di mia madre e della mia adorata Tata, e, in certa misura, anche di mio padre; non si sono limitati ad insegnarmi a stare a tavola e a parlare un buon italiano, sono stati così improvvidi da insegnarmi il rispetto per gli altri, il quale concetto si concretizza in una miriade di piccole attenzioni verso il mio sconosciuto prossimo, come l'evitare di parlare a voce troppo alta, dire sempre "per favore" e "grazie", salutare sempre le persone che incontro, e altre simili amenità. Credo di aver già detto altrove che l'uscire nel mondo per me è stato quantomai traumatico, in questo senso, ma negli anni mi sono adattata. Anzi, mi sono adattata così bene che qualunque atto di gentilezza o semplice buona educazione mi stupisce sommamente. Ok, se non fossero così rari non me ne stupirei, ma ques