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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

De Amicitia (et De Amicis - quello di "Cuore")

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Sabato la mia amica Turbogirl si sposa. Convola a giuste nozze, si fa mettere definitivamente il cappio al collo. Tornate da Roma, Coscienza ed io ci siamo precipitate a Genova per il suo addio al nubilato, e, tralasciando momentaneamente   le conseguenze   nefaste sul nostro stato fisico e mentale di questo tour-de-force , non riesco a smettere di essere emozionata e a tratti incredula. Mi sembra una cosa strana, perché crescendo insieme dalla prima elementare io vedo sia lei che me stessa   poco diverse dalle bambine con la cartella di Barbie e il grembiule bianco che eravamo allora. Invece evidentemente siamo cresciute, visto che si sposa, e che io sarò seduta poco dietro di lei, al posto dei testimoni, con il Maestro suo fratello. Proprio come alle elementari, in effetti, quando lei, più piccolina, veniva sempre messa in prima fila, e il Maestro ed io dietro, insieme ai più alti. Il risultato è che siamo riuscite ad essere compagne di banco solo in prima e seconda, perché il nostro

Chattanooga choo-choo

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Ho studiato a Venezia, e per anni sono stata costretta a percorrere lunghi tratti d'Italia in treno. Avanti e indietro. Avanti e indietro. Da Ovest ad Est e ritorno. Il viaggio tipo era: in macchina, portata da qualche anima pia, fino a Voghera, poi da lì allora c'era un treno proveniente da Savona o La Spezia e che, senza cambi, arrivava direttamente in laguna. Poi qualche cervellone delle FS ha pensato di sopprimere tutti i treni dalla Liguria a Venezia, costringendomi a cambiare a Milano. Poco male, se non che i treni che provengono dalla Liguria sono sempre perennemente in ritardo di almeno 10 minuti, quindi dopo aver perso la coincidenza un paio di volte, mi sono rassegnata ad aumentare il tempo di percorrenza di un'ora. Un'ora infinita, di attesa nella squallidissima sala d'aspetto della stazione Centrale, sentendomi catapultata in un film sulla Grande Depressione: i lampioni liberty con i globi illuminati con una luce giallastra, il marmo color senape,

Mille ce n'è, nel mio cuore di fiabe da narrar

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Finalmente Aprile è finito ma non sono finiti i post di compleanno. Con colpevole ritardo dovuto alla maledettissima fatturazione che mi ha impedito di compiere il mio dovere di cronista mondana dei VIP apulo-milanesi, oggi è il gran giorno in cui celebrerò come merita un altro compleanno eccellente. Ieri sera si è conclusa la settimana di festeggiamenti per il compleanno dell'Amazzone con un happy hour casalingo che avrebbe fatto invidia a molti bar milanesi per quantità e qualità elevatissima. In effetti mi aspettavo almeno due fuochi d'artificio che informassero dell'evento anche i milanesi non invitati, ma tant'è, ci accontentiamo. C'è stato anche un tentativo di abbordaggio di Sfinge da parte della festeggiata, tentativo pateticamente mascherato da involontaria perdita di equilibrio. Devo confessare che con questo suo modo di prolungare i festeggiamenti, l'Amazzone è per me come una Grimm in gonnella: mi ha fatto tornare in mente le fiabe, mi ha f